Nella sua Relazione sul mercato nazionale dell'energia, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas torna a chiedere al governo di «intervenire urgentemente» per limitare l'impatto in bolletta delle misure di incentivazione alle fonti rinnovabili. Il peso fiscale dei sussidi è salito dai 2,5 miliardi di euro del 2009 ai 3,4 del 2010 e potrebbe crescere ulteriormente quest'anno, fino a superare i 5,5 miliardi di euro. Ma le associazioni di settore non si fidano delle stime diffuse dal Gse
martedì 08 febbraio 2011 11:57
Una vera e propria “stangata” da 5,7 miliardi di euro. È quella che, secondo l'Autorità per l'energia elettrica e il gas (Aeeg), rischiano nel 2011 i consumatori italiani a causa del peso in bolletta degli incentivi per le rinnovabili. L'Aeeg lo sostiene nellaRelazione sullo stato del mercato nazionale dell'elettricità e del gas (vedi allegato) inviata al Parlamento come richiesto dalla Legge sviluppo del 2009, forse l'ultimo atto formale della presidenza di Alessandro Ortis. Non è la prima volta che l'Authority lancia l'allarme sulla crescita progressiva dell'ammontare complessivo dei bonus, tra i più generosi al mondo, concessi dallo stato italiano per promuovere lo sviluppo delle fonti “green”, ma stavolta l'avvertimento è particolarmente duro.
«Si profila – si legge nella nota che accompagna la relazione – il rischio di una stangata rinnovabili per effetto di un sistema di incentivi fra i più profittevoli al mondo, con un impatto crescente in bolletta: dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati ai 3,4 del 2010 e nel 2011 potrebbe arrivare, in assenza di interventi, fino a 5,7 miliardi di euro». A determinare l'impennata del costo degli incentivi che grava sugli utenti finali è stato, sottolinea l'Aeeg, soprattutto il recente boom del fotovoltaico. «Ad appesantire le future bollette – chiarisce infatti l'Autorità – vi è il possibile raddoppio dei costi a 1,6 milioni di euro legati all'eccesso di offerta di certificati verdi ed alla crescita esponenziale degli incentivi al fotovoltaico, (aumentati da 300 milioni di euro del 2009 a 826 milioni nel 2010) e l'eventualità di triplicare nel 2011».
Il calcolo si basa sulle stime diffuse nei giorni scorsi dal Gse, secondo le quali, se tutti gli impianti dichiarati terminati entrassero realmente in esercizio entro il prossimo 30 giugno, in Italia potrebbero essere in funzione a quella data 180.000 impianti fotovoltaici, con una potenza installata totale di 6.500 MW. Stime giudicate però affrettate e troppo ottimistiche da diverse associazioni del settore. In ogni caso, l'Autorità, pur sottolineando che le rinnovabili costituiscono «una grande opportunità non solo per quanto strettamente attiene la diversificazione delle fonti e la protezione ambientale, ma anche per la ricerca, la filiera industriale e l'occupazione», torna a chiedere a gran voce di correre ai ripari. «Al fine di attenuare l’impatto che i costi (di incentivazione, ndr) determinano sulle bollette di famiglie ed imprese e rendere le incentivazioni maggiormente efficienti, appare opportuno intervenire urgentemente». La richiesta, in definitiva, è che i sistemi di incentivazione ed i relativi oneri di sistema in bolletta siano ridefiniti e ridimensionati «con criteri di massima efficienza e secondo livelli di sicura sostenibilità». Un invito sottoscritto anche dall'Adiconsum (Associazione italiana difesa consumatori e ambiente), che in una nota ufficiale ha chiesto al governo di rivedere il sistema di incentivi alle rinnovabili e puntare maggiormente sulle misure a sostegno dell'efficienza energetica, come le detrazioni Irpef del 55%.
«Si profila – si legge nella nota che accompagna la relazione – il rischio di una stangata rinnovabili per effetto di un sistema di incentivi fra i più profittevoli al mondo, con un impatto crescente in bolletta: dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati ai 3,4 del 2010 e nel 2011 potrebbe arrivare, in assenza di interventi, fino a 5,7 miliardi di euro». A determinare l'impennata del costo degli incentivi che grava sugli utenti finali è stato, sottolinea l'Aeeg, soprattutto il recente boom del fotovoltaico. «Ad appesantire le future bollette – chiarisce infatti l'Autorità – vi è il possibile raddoppio dei costi a 1,6 milioni di euro legati all'eccesso di offerta di certificati verdi ed alla crescita esponenziale degli incentivi al fotovoltaico, (aumentati da 300 milioni di euro del 2009 a 826 milioni nel 2010) e l'eventualità di triplicare nel 2011».
Il calcolo si basa sulle stime diffuse nei giorni scorsi dal Gse, secondo le quali, se tutti gli impianti dichiarati terminati entrassero realmente in esercizio entro il prossimo 30 giugno, in Italia potrebbero essere in funzione a quella data 180.000 impianti fotovoltaici, con una potenza installata totale di 6.500 MW. Stime giudicate però affrettate e troppo ottimistiche da diverse associazioni del settore. In ogni caso, l'Autorità, pur sottolineando che le rinnovabili costituiscono «una grande opportunità non solo per quanto strettamente attiene la diversificazione delle fonti e la protezione ambientale, ma anche per la ricerca, la filiera industriale e l'occupazione», torna a chiedere a gran voce di correre ai ripari. «Al fine di attenuare l’impatto che i costi (di incentivazione, ndr) determinano sulle bollette di famiglie ed imprese e rendere le incentivazioni maggiormente efficienti, appare opportuno intervenire urgentemente». La richiesta, in definitiva, è che i sistemi di incentivazione ed i relativi oneri di sistema in bolletta siano ridefiniti e ridimensionati «con criteri di massima efficienza e secondo livelli di sicura sostenibilità». Un invito sottoscritto anche dall'Adiconsum (Associazione italiana difesa consumatori e ambiente), che in una nota ufficiale ha chiesto al governo di rivedere il sistema di incentivi alle rinnovabili e puntare maggiormente sulle misure a sostegno dell'efficienza energetica, come le detrazioni Irpef del 55%.